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il perdono non è una virtù cristiana

17, Agosto 2016 Inviato da admin in : credenze e valori , trackback

No, non fate cadere le vostre lacrime

di dee nemiche, la disperata infezione

che brucia ogni germe, cancella la vita!

Eschilo. Orestiade. Trad. Pier Paolo Pasolini, Einaudi 1996

Il perdono è spesso considerato una virtù cristiana. Solo con Cristo, ci dicono, l’ amore del prossimo è diventato patrimonio culturale dell’ umanità e ha trasformato il mondo. Ma la storia è molto più differenziata e interessante di questa manipolazione ideologica.

Eschilo, circa 5 secoli prima di Cristo, descrive nell’ Orestiade le tragedie che colpiscono gli Atridi. Una legge antica, la legge del ghenos, richiede che si risponda colpo su colpo, morte per morte; che le colpe dei padri ricadano sui figli, che il malvagio sia ripagato con il male.

Clitennestra uccide Agamennone, suo marito, appena tornato dalla guerra di Troia, perché egli, prima di partire, aveva sacrificato la loro figlia Ifigenia per ingraziarsi la vittoria. In seguito Oreste uccide la madre Clitennestra per vendicare la morte del padre Agamennone. Per questa ragione a sua volta viene perseguitato dalle Furie, dee della vendetta.

Ma nell’ ultimo atto si assiste alla nascita di un atteggiamento più razionale.

Oreste, perseguitato dalle Furie, si rifugia nel tempio di Apollo. Invocata, compare Atena, la quale al suo arrivo non riconosce alle Furie, spaventose e repellenti, la qualifica di creature. Tuttavia ritiene che “pensare male di chi ancora ci è ignoto non è atto di giustizia, non è giudizio sereno” e si offre come giudice in un regolare processo. Ma un giudizio sereno non sembra interessare alle Furie, all’ inizio del processo a Oreste, il matricida. Esse temono, in assenza della vendetta, il dilagare dei delitti, la fine della giustizia. Come si può promuovere la giustizia senza la vendetta?

Alla fine la ragione vince la sete di vendetta, nasce una nuova legge, più larga e umana, garantita dall’ organizzazione giuridica dello stato. “Chi ama riceve amore” dice Atena. Le Furie vengono pacificate e integrate nella cultura della polis. La ragione si erge contro i sentimenti arcaici tuttavia essi non vanno del tutto repressi, ma acquisiti, riassimilati. Un atteggiamento molto costruttivo rispetto al perdono cristiano. La tragedia di Eschilo è drammatica rappresentazione di un processo che era in corso da tempo nel mondo occidentale, innestare un’ etica adeguata su una radice arcaica in una società che era diventata più complessa.

Abbiamo dimenticato tutto ciò. L’ integralismo del cristianesimo ha fatto tabula rasa di tutto quanto lo precedeva e si è ascritto tutti i progressi dell’ umanità.

Il perdono non l’ ha inventato Gesù Cristo, che forse non è nemmeno mai esistito. Nel mondo ebraico, già durante la deportazione a Babilonia, i commentatori della Thora insegnavano che bisogna rispettare e amare anche gli stranieri. Un quasi contemporaneo di Cristo, il rabbino Hillel il Vecchio, esponente di quei famigerati farisei, tanto criticati dai Vangeli cristiani, dava questa sintesi della Thora “ciò che ti è odioso non farlo al tuo prossimo”. Molto prima di lui, Socrate insegnava a “non cercare la vendetta o rendere male per male”. Parallelamente all’ altro estremo dell’ Asia, Confucio insegnava che santità va di pari passo con altruismo.

Inoltre il concetto di coscienza individuale e responsabilità personale è di chiara origine ellenistica. Esso era assente nella tradizione giudaica, come lo è in quella islamica, e fu introdotto nel Cristianesimo, con un vero colpo di genio, da Paolo di Tarso, che era un gentile, non un giudeo, derivandolo dalla sua cultura di origine. È interessante notare che gli apostoli cristiani si appropriarono anche di un’ altra tradizione ellenistica, iniziata da Epicuro, quella di epistole con messaggio didattico da leggere in pubblico.

La nascita di sistemi di leggi formali, che non mirano alla vendetta ma al ristabilimento di condizioni atte a favorire la convivenza pacifica dei cittadini, implementate e garantite da forme di stato organizzato è stato un fenomeno naturale apparso nella storia di tutte le culture quando la crescita demografica superò una certa soglia, le migrazioni portarono in contatto gruppi diversi e il progresso tecnologico mise a disposizione armi e strumenti più performanti.

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Non era necessario che un “Figlio di Dio” si immolasse per l’ umanità, bastava l’ intelligenza umana.

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